E’ evidente, da quando detto sopra, il collegamento fra inquinamento atmosferico e consumo di combustibili per il riscaldamento degli edifici e altrettanto evidente è l’importanza di ogni iniziativa volta a ridurre tale consumo.
Ciò può essere fatto seguendo varie strade ( sostituzione dei combustibili fossili con energie alternative non inquinanti, miglioramento nella produzione, regolazione e distribuzione del calore, ricupero di calore, ecc.), ma una delle strade più dirette e di effetto permanente è senza dubbio la riduzione delle dispersioni termiche dell’edificio mediante un rafforzamento del suo isolamento termico.
Questo ragionamento vale evidentemente qualunque sia il materiale impiegato per l’isolamento termico, ma vale la pena di svilupparlo in modo particolare per l’EPS polistirene – polistirolo espanso, in quanto materiale coibente fra i più diffusi in edilizia e particolarmente versatile e adatto alla quasi totalità dei casi di isolamento termico; ciò è specialmente importante per l’impiego nelle opere di ristrutturazione o riabilitazione delle costruzioni esistenti; infatti un effetto apprezzabile sul consumo globale di combustibili e quindi sull’inquinamento atmosferico si potrà avere soltanto operando in maniera massiccia sul parco edilizio esistente.
Può essere interessante ricercare si vi sono limiti, economici o tecnici, nell’impiego dell’EPS polistirene espanso per l’isolamento termico. Nel dimensionamento economico dell’isolamento termico si è già messo in evidenza come il limite di convenienza di un isolamento termico con EPS polistirene – polistirolo espanso, cioè quello che massimizza il valore attuale netto dell’investimento ( risparmio annuo attualizzato meno spesa di impianto), si trova per spessori di isolamento termiconettamente superiori a quelli che oggi prescrive la nostra legislazione per gli edifici nuovi.
Si è osservato che per risparmiare energia; isolando si deve cominciare a consumare energia per produrre l’isolante ed è legittimo domandarsi se e fino a che limite è favorevole il bilancio energetico relativo. Studi in proposito (9) hanno dimostrato che anche da questo punto di vista l’isolamento termico ottimale con EPS polistirene – polistirolo espanso comporta spessori molto superiori a quelli correnti ( più di 30-50cm!).
La considerazione di limiti così elevati ha indotto a verificare la possibilità tecnica di edifici a basso consumo di energia o al limite di “case a energia zero”. Senza considerare queste ultime, che presuppongono più complessi sistemi di utilizzo delle energie gratuite, le case a bassa energia hanno ricevuto molta attenzione negli ultimi anni, specialmente in Germania e Austria.
La tabella seguente mostra la progressione delle trasmittanze ( in W/m² K) delle costruzioni in Germania, dalla situazione ante 1977, alla casa a bassa energia. Le conseguenze, in termini di consumo di gasolio e di emissione di CO, delle 4 situazioni della tabella, sono rappresentate visivamente nella figura 5. La situazione italiana in termini di isolamento termico è senz’altro peggiore; in termini di consumi beneficia di un clima mediamente più mite. La tendenza è comunque istruttiva per tutti.