La riqualificazione energetica degli edifici.
Allo stato attuale l’Italia ha mediamente un patrimonio edilizio dalle prestazioni energetiche piuttosto mediocri, non a caso agli ultimi posti delle classifiche europee. Un esempio su tutti: la regione Lombardia, nel momento in cui ha attivato il meccanismo della certificazione energetica delle case e degli stabili, ha scoperto come la stragrande maggioranza degli edifici abbia un fabbisogno convenzionale di energia termica per la climatizzazione invernale riferita all’unità di superficie addirittura di 160 kWh/m2: più del doppio rispetto al limite di legge /73 kWh/m2) fissato dal Decreto legislativo numero 192 del 2005.
Questo, oltre ad appesantire la bolletta energetica del paese, si traduce nel fatto che gli impianti residenziali contribuiscano in modo significativo alle emissioni nazionali di anidride carbonica e di altri inquinanti che peggiorano la qualità dell’aria che respiriamo.
Fin troppo ovvio che occorra in tutti i modi ridurre negli edifici i consumi specifici e le emissioni ad essi associati. Se poi si considera il problematico contesto dell’approvvigionamento dei combustibili fossili sempre a rischio di improvvise e ingestibili impennate dei prezzi ( non è passato molto tempo da quando il petrolio era trattato stabilmente ben oltre i 100 dollari al barile) oltre a rischi di approvvigionamento, ci si rende conto di come l’avvio di una politica di riduzione dei consumi specifici negli edifici non sia più oltremodo rinviabile.
La sensazione generale è che adesso ci siano le premesse per un’inversione di tendenza. Partendo per l’appunto, dal compatto civile, che è stato individuato dal governo come area prioritaria di intervento: i nuovi edifici dovranno essere realizzati in modo da garantire consumi sempre più bassi.
E questo obbiettivo si è reso possibile grazie anche ad un sistema di detrazioni fiscali nel caso di interventi per la riqualificazione energetica delle costruzioni, e grazie alla revisione del decreto legislativo 192/05 sancita con l’emanazione del decreto legislativo 311 del 2006.
Pur a fronte della recente necessità ravvisata dal Governo di fissare un tetto massimo all’importo globale nazionale di tali detrazioni fiscali, a seguito della ben nota crisi economica, l’utilizzo combinato di queste norme comporterà una decisa accelerazione della riqualificazione edilizia esistente e imporrà che le nuove costruzioni siano all’insegna dei bassi consumi e delle tecnologie solari.
E’ sufficiente già ora prendere visione delle caratteristiche dei nuovi edifici per rendersi conto di come le elevate prestazioni energetiche del sistema edificio-impianto-basso fabbisogno di energia e copertura almeno in parte di tale fabbisogno con fonti energetiche rinnovabili e/o con tecnologie ad alta efficienza-siano ormai un aspetto imprescindibile per chi intende proporre soluzioni abitative d’avanguardia.